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Chiesa di Santa Maria della Rocca di Offida

Siamo nel pieno dell’anno Mille quando Longino d’Azone signore di Offida, regalava estese proprietà all’Abbazia di Farfa. Tra i territori che aveva donato alla chiesa, c’erano anche il castello di Offida e la chiesa di Santa Maria della Rocca che divenne ben presto di proprietà dei monaci benedettini.

Chiesa di Santa Maria della Rocca di Offida

Quella che a quei tempi era ancora una piccola chiesa, venne in parte demolita per volere dei religiosi che coltivavano l’ambizione di costruirne una più grande, che è quella che attualmente è in essere. Tutta questa storia viene riportata da una iscrizione del 1330 che è visibile in un muro esterno dell’edificio. L’idea dei monaci era quella di far edificare una chiesa più larga e capiente di quella precedente e, con l’occasione, tra il vecchio mura di cinta e quello nuovo furono creati di spazi di cui utilizzato per ospitare un cimitero.
Analisi architettoniche successive determinarono che a ridosso del muro proprio sotto le grandi finestre, si può vedere una fila di mattoni che testimonia il fatto che il cenobio costruito, poggiava sulla chiesa. Era formato da due piani: il primo a livello del terreno, fungeva da chiostro mentre il secondo, era adibito alle celle dei religiosi. Resta collocato al centro del chiostro e tuttora visibile, un pozzo.

Altri dettagli che confermano questa ipotesi sono riconducibili alla presenza di una porta ora murata e da tracce di intonaco presenti nella parte orientale della torre.
Erano ben tre le entrate che introducevano nella cripta di cui due erano riservate al passaggio dei benedettini e l’altra a quello dei fedeli.
Fu agli inizi del XVI secolo, dopo la peste che colpì la zona, che fu terminato il piano superiore della chiesa mentre fu ridotto il cimitero al quale fu tolta ogni via di comunicazione che, attualmente, è possibile solo attraverso una scala a chiocciola interna.
Fu sempre nel Cinquecento che gli abitanti di Offida vollero avere un priore del loro paese piuttosto che un religioso di altra regione ed ottennero dal cardinale Farnese la soppressione dei monaci farfensi di Santa Maria che fino a quel momento avevano avuto il totale dominio della chiesa. Si compose un collegio di diciotto tra sacerdoti che stabilì che il priore doveva pervenire da Offida.
Le vicende storiche della chiesa di Santa Maria della Rocca, videro altri cambiamenti durante il Settecento per volere del vescovo di Ascoli e, alla fine di quel secolo venne demolito il vicino monastero e venne edificata la Collegiata. Un nuovo muro di sostegno vide la luce alla fine dell’Ottocento mentre agli inizi del secolo scorso fu costruita la casa per il custode della chiesa.
Il campanile subì gravissimi danni dal terremoto del 1943 che impose la ricostruzione dello stesso anche se di altezza minore rispetto a quello originario.
Durante dei lavori di ristrutturazione durante gli anni Settanta, vennero trovate due lastre di piombo sepolcrali risalenti all’anno Mille e riguardano la moglie e la figlia di Logino d’Azone.

Cosa ammirare della chiesa di Santa Maria della Rocca

La chiesa, ubicata su di un dirupo, si riconosce dal campanile a cuspide ottagonale e dallo stile romanico-gotico evidenziato dai laterizi che compongono i muri dell’edificio. Abbellita da lesene di travertino è caratterizzata da una doppia fila di piccole arcate trilobate che snelliscono ulteriormente il suo profilo.
Si accede alla cripta attraverso una gradinata incorniciata da due muri laterali che terminano con un portale in marmo ornato con rilievi di fogliame, animali e motivi a tortiglione.
Oltrepassata la porta si entra nell’abside centrale che presenta la forma di un emiciclo poligonale. Nella volta si trovano quattro colonne sempre in laterizio di lombarda architettura che presentano capitelli decorati che sorreggono arcate sia a sesto acuto che a tutto sesto.
Tre i dipinti visibili nella parte centrale dell’abside e che sono attribuiti al Maestro di Offida risalenti tra il tre e quattrocento: ‘San Cristoforo’, ‘lo sposalizio di Santa Caterina’ e ‘la Madonna con Bambino’.

L’attuale acquasantiera che si trova sulla destra poggia su una urna cineraria di travertino mentre, sull’altare della cappella di sinistra si può vedere una grande lastra di arenaria la cui origine, si ipotizza, sia quella di essere appartenuta ad un altare pagano.
Altre sono le opere del Maestro di Offida, come ‘Santa Caterina d’Alessandria, l’Annunciazione’, ‘La Madonna del Latte, San Ludovico da Tolosa, Sant’Onofrio e Santo Stefano’, ‘Le storie di S.Lucia’, ‘Incoronazione della Vergine’ e altre ancora.
Presente anche ‘La Vergine col figlio e Sant’Antonio’ opera di Ugolino di Vanne da Milano risalente tra la fine del trecento e l’inizio del quattrocento.
La chiesa originaria si apre dopo aver salito tre gradini di laterizio e la si riconosce perché è divisa in tre parti evidenziate da due file di colonne e semicolonne sempre in laterizio. Una piccola scala a chiocciola conduce alla chiesa Superiore a croce latina con un piccolo transetto ad unica navata. Alle pareti, altre opere pittoriche del Maestro di Offida.

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