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Il Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana

Situato ai piedi del Monte Catria, in mezzo ai boschi, il Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana si trova a 700 metri di altitudine sul livello del mare. La sua storia affonda le radici in un passato molto lontano, con origini che devono essere fatte ricondurre agli ultimi anni del X secolo: probabilmente la fondazione risale al 980, per opera di San Romualdo. Fu soprattutto San Pier Damiani, però, a dare - con la sua opera - all'abbazia un impulso molto significativo: diventato monaco nel 1035 (otto anni più tardi sarebbe stato nominato priore), il futuro santo contribuì non solo all'ampliamento fisico dell'edificio, con l'allargamento delle costruzioni originarie, ma soprattutto all'espansione culturale del posto, sulla scia di un notevole sviluppo spirituale in virtù del quale l'eremo iniziò a essere considerato un punto di riferimento importante sia sul piano sociale che sul piano religioso.

Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana

Ecco perché, osservando oggi il Monastero della Santa Croce di Fonte Avella, non si può che restare affascinati, e in un certo senso rapiti, di fronte a una struttura che ha attraversato un millennio di storia: si pensi che, secondo la tradizione, in questo eremo sono passati quasi 80 tra futuri beati e santi. Persino Dante Alighieri lo nomina nella Divina Commedia, all'interno del canto XXI del Paradiso: secondo alcune testimonianze, in effetti, il Sommo Poeta sarebbe stato ospite della struttura.

Quel che è certo è che Fonte Avellana fu eretta abbazia nel XIV secolo (in particolare nel 1325, per essere precisi): da quel momento in avanti assunse i tratti di una vera e propria potenza economica e sociale, che a partire dal 1392 sarebbe entrata in contatto con la pratica della commenda, diffusa a cavallo tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento. Nel XVI secolo, poi, la congregazione autonoma avellanita che fino a quel momento si era occupata del monastero venne soppressa, e ci fu il passaggio di consegne con la congregazione camaldolese fino al 1610, anno in cui subentrò la congregazione cenobitica camaldolese di San Michele di Murano.

Negli ultimi 30 anni, dal 1987 in avanti, presso l'Eremo di Monte Giove è stato formato, di comune accordo con la comunità monastica di Camaldoli, un gruppo di laici con origini molto differenti sotto il profilo ideologico e formativo: l'associazione che ne è nata ha scelto, nel 2012, proprio il Monastero di Fonte Avellana come propria sede. Ogni anno, nel mese di settembre e in quello di ottobre vengono organizzati qui due convegni, che hanno l'obiettivo di mettere in risalto i valori spirituali e culturali del monachesimo, sia per i credenti che per i non credenti, sulla base di approfondimenti e di confronti che chiamano in causa non solo la Chiesa, ma tutta la società in generale. Questa associazione, denominata "Itinerari e incontri", è un esempio straordinario della vivacità culturale del territorio marchigiano.

Per tutti questi motivi il Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana merita di essere scelto come destinazione turistica da parte di chi ha voglia di cimentarsi in un viaggio diverso dal solito.

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